La polis, secondo la tradizione di Tucidide, venne fondata nel 581/0 a.C.
da Aristinoo e Pistilo, due
oikistai geloi che le diedero il nome
del fiume che le scorreva ad est l'AKRAGAS. L'antica città si ingrandì rapidamente
e rappresentò una importantissima base per l'espansione della civiltà greca
in Sicilia. Il periodo della dominazione greca è ricordato per alterne vicende
politiche ed economiche. Drammatica, per i contraccolpi che ebbe sulla vita
civile della città, è stata la contrapposizione fra regimi democratici e
tirannici. Il primo tiranno di Akragas fu Falaride (575/0 - 554) che, benché
ricordato soprattutto per la sua crudeltà, assicurò alla giovane città la
dignità di libera polis nei confronti di Gela e della stessa Madre Patria.
Si fa risalire all'epoca dei tiranni l'edificazione dei templi della valle.
Fu il tiranno emmènide Terone a volere la costruzione del tempio di Zeus
Olimpico per celebrare la vittoria di
Himera sui
Cartaginesi (480 a.C.). Il quinto secolo è stato quello che vide il massimo
splendore di Akragas e non soltanto per quanto attiene alla sua ricchezza
materiale; infatti questo periodo viene ricordato per il grande fervore
culturale, artistico e scientifico di cui Empedocle fu l'esponente più illustre.
Nato intorno al 480 a.C. ad Akragas si formò alla scuola di Pitagora di
Samo. La città venne recintata e chiusa da mura massicce interrotte solo
da numerose porte di costruzione arcaica. L'edilizia monumentale continuò
ad avere notevole sviluppo e furono costruiti tra il 450 e il 430 i templi
di Era e della Concordia; tra il 430 e il 410 quello dei Dioscuri, di Efesto,
di Esculapio oltre le mura ed un altro presso il Santuario delle Divinità
Ctonie. Le successive guerre fra Romani e Cartaginesi ebbero effetti disastrosi
sulla città, che venne occupata, saccheggiata e distrutta più volte. Cessata
l'egemonia romana, cominciarono le invasioni barbariche. A più riprese (429
e 440 d.C.) passarono i Vandali di Genserico che la misero a ferro e fuoco;
poi ( 490 d.C.), fu la volta dei Goti di Teodorico. Per scacciare questi
ultimi, nel 535, venne un'armata Bizantina al comando di Belisario. nel
584 i Goti di Totila distrussero la città. Come se le scorrerie del barbari
non fossero state sufficienti, cominciarono le scorrerie dei Saraceni che
depauperarono il litorale e costrinsero le popolazioni a rifugiarsi sulle
montagne dell'interno. La valle era ormai diventata facile terra di conquista
e gli Agrigentini furono costretti ad abbandonarla per ritirarsi sulle alture
dell'Acropoli. Gli Arabi sbarcarono in Sicilia nell'828, ma dovettero ritirarsi
perché severamente sconfitti nella Piana di Catania. Tornarono nell'840
e Agrigento, arroccata ormai sul colle, venne occupata da una tribù di Berberi
che la fortificarono e ne fecero il loro centro più importante. Tra le ultime
città della Sicilia ad essere occupate dai normanni (1087), Agrigento fu
poi sede Vescovile e di Contea ed appartiene ( XIII - XIV sec.) alla potentissima
famiglia dei Chiaramonte. Città Aragonese e poi Spagnola, votò con entusiasmo
il plebiscito (1860) che la riuniva al Regno di Italia. La città ha cambiato
più volte il suo nome: dal greco Akragas, divenne Agrigentum in età romana;
gli arabi lo cambiarono in Kerkent che, per corruzione divenne Gergent e
poi Girgenti. Nel 1927, per volere di Mussolini la città riprese il nome
romano e da Agrigentum divenne Agrigento.
La moderna città di Agrigento è oggi posta ad un altitudine
massima di 674 m. Il suo territorio occupa una superficie di 245 Kmq.
Popolazione: circa 60.000 abitanti.
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